Desolina Amalia Tupone

Da un racconto di Roberto Carlini tratto da alcuni documenti processuali ritrovati presso l'Archivio di Stato di Teramo.

Maria Desolina, Amalia Tupone, nacque a Lanciano venerdì 11 marzo 1796.

Era figlia del quarantunenne orefice Carmelo Tupone (che tutti chiamavano Carmine) e della benestante ventiduenne Antonia Primiani (originaria di Termoli) e Desolina venne battezzata nella chiesa di San Nicola nel quartiere Sacca, dove i genitori avevano casa e bottega.

Desolina l'11 novembre 1816 sposò Francesco Santini, benestante pastore di Fornisco, un piccolo villaggio di montagna, frazione di Valle Castellana, in provincia di Teramo.

Le famiglie Tupone-Santini, si conoscevano perché i padri degli sposi erano dello stesso partito (erano Giacobini, stavano coi repubblicani e i Francesi, combatterono i Borbone e il padre di Francesco, anche lui di nome Carmine, venne ucciso dai briganti. Carmine Tupone invece soffrì processi, galera ed esilio, ma sopravvisse a quegli anni di guerra civile). Inoltre erano uniti da affari di commercio, di affitto dei pascoli dalle parti di San Martino in Pensilis e dal transito bi-annuale a Lanciano e Vasto con le pecore in transumanza.

La giovane coppia riuscì a sopravvivere alla fame e all'epidemia di tifo petecchiale degli anni 1816-1817 ma, il 15 maggio 1823, Francesco morì lasciando Desolina vedova con tre figlioletti (Michele, Maria Beatrice e Maria Carolina).

Desolina si risposò il 2 aprile del 1826, con Angelo Maria Giovannini, il fabbro del villaggio, un brav'uomo, ma frigido, quasi impotente. Lei, insoddisfatta del nuovo marito, si fece diversi amanti e cercò di avvelenarlo somministrandogli della cantaride. Il marito sopravvisse e la denunciò al Giudice per tradimento, furto e tentato avvelenamento, ma poi ritirò la denuncia. Furono comunque fatte le indagini di rito e il caso archiviato.

Desolina non desistette dall'idea di avvelenare il marito e ci provò con riti e pozioni magiche, ma lui, avvisato, stava in guardia e la scampò.

Desolina ebbe comunque da Angelo Maria Giovannini, un figlio, di nome Giuseppe.

Desolina si fece poi un amante fisso, il primo eletto del Comune, un tipo violento e prepotente, un po' bullo un po' camorrista.

Il marito di Desolina, timoroso delle fatture magiche della moglie e della fama dell'amante, fu costretto ad un menage a trois e dormivano in tre nello stesso letto.

Dopo diversi tentativi, i due amanti, a dicembre del 1827, uccisero barbaramente Angelo Maria Giovannini e ne nascosero il corpo.

Vennero però scoperti, arrestati, incarcerati, processati e condannati a morte.

La notte di Natale del 1828, Desolina evase rocambolescamente dal carcere di Teramo (prima e unica donna riuscita a farlo), ma venne riacciuffata.

I due amanti vennero ghigliottinati a ottobre 1829.


Qui il link al libro